L'Italia censura La bottega dei suicidi, sarà vietato ai minori di 18 anni

"tratta il tema del suicidio con estrema leggerezza e facilità di esecuzione, come se fosse un atto ordinario o un servizio da vendere al dettaglio, creando il pericolo concreto di atti emulativi da parte di un pubblico più giovane, quali gli adolescenti che attraversano un’età critica"
Questa la colpa del film e motivazione, incredibile a dire il vero, della commissione di revisione cinematografica per il divieto ai minori di anni 18 di vedere il film. In una nazione in cui nel pomeriggio possiamo assistere all'intervista accorata di chi ha strangolato la figlia (senza alcun divieto o protezione per coloro che normalmente guardano la televisione a quell'ora) sentiamo il bisogno di censurare un'opera cinematografica per paura che i minori possano emulare le gesta dei protagonisti, tra l'altro ironici e divertenti (leggi la recensione del film).

Perché scagliarsi invece contro un cartone animato? naturalmente perché:
«la rappresentazione sottoforma di cartone animato costituisce un
veicolo che agevola il pubblico più giovane rispetto alla penetrazione di un messaggio così pericoloso».
Pensare che fanno parte dell'illustre commissione esperti di cultura cinematografica, rappresentanti dell’associazione dei genitori,  un docente di psicologia e pedagogia e persino rappresentanti dell'associazione per la protezione degli animali.

Leconte, il regista, si salva con una battuta «A due giorni dalla fine del mondo questo divieto ridicolo è una beffa senza senso» ma continua «In nessun altro Paese abbiamo avuto divieti. Ho una nipote di 8 anni e ho pensato a lei continuamente facendo il film, volevo le piacesse»... «Il messaggio che volevo trasmettere è estremamente positivo. Il film dice che la vita è bella e va affrontata con la giusta dote di umorismo... è molto allegro, e anche libero».


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